In ogni ambito della medicina, la prevenzione e la diagnostica sono due fasi fondamentali per salvaguardare la salute del paziente; l’individuazione di eventuali sintomi, che possono essere il segnale di uno sviluppo successivo di una qualche patologia, passa attraverso apposite procedure diagnostiche – per lo più esami ed analisi – che possono avere sia carattere generale che specifico. Uno degli esami di base più diffusi è l’ecografia (detta anche ecotomografia o ultrasonografia): vediamo di seguito di cosa si tratta, come si affronta la visita e a cosa serva.
Cosa tratteremo
Cos’è un’ecografia
In linea generale, l’ecografia è un esame medico diagnostico che viene eseguito utilizzando gli ultrasuoni al posto delle radiazioni ionizzanti. Viene eseguita senza anestesia da un operatore tecnico qualificato e può rappresentare la base di un processo diagnostico più complesso integrato da esami più specifici, come ad esempio la tomografia computerizzata o l’angiografia. Un esame ecografico, dal punto di vista tecnico, si differenzia per due parametri: sistema di scansione e modalità di presentazione. Il primo può essere lineare, settoriale o convex (mostra un’immagine a forma di tronco di cono); la seconda può essere implementata in quattro modo diversi: A (amplitude mode), B, Real-time (in tempo reale) e M (Motion-scan). Le tecniche più moderne consentono di ottenere immagini tridimensionali del tessuto o del settore sottoposto ad analisi; in alcuni casi, l’esame prevede l’utilizzo di un mezzo di contrasto.
Come si fa un’ecografia
Un esame ecografico si rende necessario quando, dopo una visita preliminare, emergono uno o più sintomi riconducibili ad una patologia la cui natura deve essere ulteriormente approfondita. Per quanto riguarda la preparazione del paziente, le indicazioni variano a seconda del tipo di esame al quale questi deve sottoporsi; in genere è il medico che prescrive l’ecografia a fornire tutte le indicazioni del caso; per un’eco addominale completo, ad esempio, è necessario essere a digiuno da almeno otto ore ed aver osservato, nel corso dei due giorni precedenti, una dieta a base soprattutto di carne e pesce mentre verdure, pane, cereali e frutta con la buccia sono da evitare il più possibile. In aggiunta, va bevuto almeno un litro d’acqua – da assumere con gradualità – ad un’ora dall’esame.
L’ecografia può essere effettuata sia presso una struttura del servizio sanitario nazionale oppure in un laboratorio privato, come ad esempio Ionoforetica; nel primo caso, è necessario presentare l’impegnativa scritta dal proprio medico curante mentre per gli esami da fare in una struttura privata – come ad esempio Ionoforetica – a pagamento l’impegnativa non è obbligatoria ma resta comunque consigliabile la prescrizione medica. L’esame in sé è piuttosto rapido e non invasivo; il paziente è chiamato a scoprire la zona da sottoporre all’analisi per consentire all’operatore di avvicinare il dispositivo diagnostico ad ultrasuoni.
L’ecografia presenta diversi vantaggi: è un esame rapido, non invasivo, può essere ripetuto più volte ed è innocuo per il paziente; di contro, ha anche alcuni svantaggi, legati principalmente ai limiti di risoluzione dell’immagine (inferiore a quelle di una TC o di un RM) e al fatto che necessita di un operatore specializzato.
A cosa serve un’ecografia
L’ecografia è un esame principalmente diagnostico; in quanto tale, serve soprattutto a rilevare la presenza di una serie di patologie; in particolare, è utile per effettuare uno screening del tumore alla mammella, individuare una patologia alla tiroide, all’addome o al fegato; anche la colica renale rientra tra le patologie che possono essere individuate con un ultrasonografia. L’eco Doppler, invece, viene impiegata principalmente per monitorare eventuali patologie cardiache, dall’aneurisma all’aterosclerosi, passando per stenosi, placche, ulcere e dissezioni. Altre ‘eco’ specifiche sono quella testicolare e l’ecografia in gravidanza, un esame importante per tenere sotto controllo lo stato del feto e della placenta durante il periodo di gestazione.