Cosa tratteremo
Cos’è il Fuoco di Sant’Antonio?
Il Fuoco di Sant’Antonio, scientificamente chiamato Herpes Zoster, è un virus appartenente alla famiglia degli Herpes virus.
Lo stesso virus è causa anche della varicella. Quest’ultima è sicuramente la forma più diffusa, ma circa il 10% della popolazione che ha già avuto la varicella, può in futuro, venire a contatto con la forma più pesante del virus, ovvero il Fuoco di Sant’Antonio.
È un virus che si manifesta sotto forma di eruzione cutanea molto dolorosa: una placca ricoperta di vescicole che occupa una parte del corpo molto ampia.
In genere, il sistema immunitario agisce prontamente contro il virus della varicella, bloccando la diffusione di questa malattia, in alcuni casi però, il virus può rimanere latente nel tessuto nervoso anche per diversi anni.
La riattivazione dell’Herpes Zoster viene collegata ad un abbassamento improvviso delle difese immunitarie, magari dovute a periodi di forte stress o quando si seguono delle specifiche cure farmacologiche (come ad esempio le cure da seguire in seguito ad un trapianto di organo), o addirittura in presenza di malattie che vanno ad intaccare in modo diretto il sistema immunitario come nel caso di HIV.
L’abbassamento delle difese immunitarie è molto frequente anche negli individui anziani, perciò bisogna prestare particolare attenzione alla salute di questi ultimi.
Quali sono i sintomi dell’Herpes Zoster?
L’Herpes Zoster o Fuoco di Sant’Antonio può manifestarsi in diversi modi, vediamo adesso nel dettaglio tutti i sintomi che comporta:
- Spossatezza,
- mal di stomaco,
- emicranie e mal di testa frequenti,
- prurito più o meno localizzato,
- brividi,
- febbre,
- eruzione cutanea di forma allungata ricoperta di vescicole analoghe a quelle della varicella.
Non meno importante è anche il dolore forte e lancinante che si manifesterà nelle prossimità dell’eruzione cutanea.
Tutti questi sono gli spiacevoli sintomi accertati e provocati dal Fuoco di Sant’Antonio.
Generalmente, l’Herpes Zoster, si manifesta sul torace, ma può colpire anche altre diverse aree del corpo come gambe, braccia e ascelle. Nei casi più gravi, arriva a colpire anche il volto, manifestandosi sulle labbra e sugli occhi.
Diagnosi e Prevenzione dell’Herpes Zoster
Per diagnosticare il Fuoco di Sant’Antonio basta la semplice ispezione visiva dell’eruzione cutanea comparsa: è infatti molto semplice per uno specialista riconoscere e diagnosticare questo virus. Se non si vuole lasciare nulla al caso però, esistono degli specifici esami ematici volti ad individuare la presenza del varicella-zoster-virus (abbreviato in VZV).
Purtroppo, ad oggi, non esistono forme di prevenzione per il Fuoco di Sant’Antonio e quest’ultimo, purtroppo, può ricomparire a distanza di anni anche diverse volte.
Stiamo però pur sempre parlando di un’infezione virale, perciò sarebbe consono evitare contatti diretti con tutti coloro che attualmente manifestano i sintomi sopra citati o ai quali è stato direttamente diagnosticato il Fuoco di Sant’Antonio.
Come viene trattato l’Herpes Zoster?
Generalmente, il Fuoco di Sant’Antonio guarisce in modo spontaneo e le lesioni scompaiono dopo circa un paio di settimane.
È un virus molto fastidioso perciò in alcuni casi, ai pazienti vengono consigliate cure a base di farmaci antivirali, antinfiammatori e antidolorifici.
Da applicare sulla zona colpita dal Fuoco di Sant’Antonio è consigliato un gel a base di cloruro di alluminio, che aiuta sicuramente a ridurre il fastidio e il prurito provocato dalle vescicole.
Si può fare la doccia con il Fuoco di Sant’Antonio?
Ebbene sì: è possibile fare la doccia se si ha il Fuoco di Sant’Antonio, ma ci sono piccoli accorgimenti da seguire così da evitare di irritare ulteriormente le lesioni e la zona colpita dal virus.
Innanzitutto bisogna lavarsi in modo delicato, evitando categoricamente di andare a sfregare sulle zone colpite dall’Herpes Zoster. Sono consigliati detergenti antisettici e poco aggressivi, come i saponi a base di zolfo.
Per non infiammare le vescicole è inoltre consigliato il lavaggio con acqua fredda e bisogna toccarle il meno possibile. Durante i primi giorni dell’infezione, è preferibile lavarsi a pezzi, evitando la doccia così da non infiammare i tessuti già lesionati.
Anche per quanto riguarda l’asciugatura ci sono degli accorgimenti da seguire. Infatti, la zona colpita dal virus va tamponata in modo delicato, senza apporre una pressione eccessiva e senza sfregamenti.
Tutto questo attento processo di lavaggio e asciugatura va compiuto fin quando le vescicole non inizieranno a staccarsi da sole. Questo inizia la fine della malattia.
Una corretta igiene personale è di vitale importanza, solo seguendo questi accorgimenti si possono evitare ulteriori infezioni batteriche che andranno solamente a peggiorare la situazione già complicata.