L’obiettivo dell’articolo è di rispondere alle domande più frequenti ricercate online sulla micropenia, argomento che sembra preoccupare molti lettori per le conseguenze sul piano fisico e psicologico.
In realtà, situazioni come queste fanno da sempre parte della natura dell’essere umano. Per questa ragione è opportuno parlarne senza timore o vergogna.
Questo contenuto ha uno scopo informativo, pertanto si consiglia di consultare degli specialisti in caso di dubbi o necessità.
Cosa tratteremo
Cos’è il micropene
Il micropene, detto anche pene corto, è una condizione anatomica rara che si verifica nel sesso maschile.
In questo caso, l’organo genitale presenta delle anomalie che lo rendono più piccolo della media. Tuttavia, grazie all’approccio farmacologico e chirurgico, al giorno d’oggi è possibile intervenire per aumentarne le dimensioni.
Innanzitutto, per stabilire la micropenia il paziente deve effettuare dei controlli, che possono avvenire già nei primi mesi di vita.
Se il pene del neonato in erezione ha una lunghezza tra i 2.7 cm e i 4 cm rientra nella norma. Se non supera i 2 cm si è in presenza di un micropene. Il pediatra stabilirà le successive visite presso un andrologo o un urologo, specialisti dell’apparato genitale.
Inoltre, gli esami per la valutazione del micropene si possono effettuare anche in età adulta, quando la lunghezza standard del pene eretto è di 12.5 cm, mentre quella del pene corto è di 7 cm.
Questa condizione, oltre a causare difficoltà di minzione, comporta anche delle gravi conseguenze dal punto di vista psicologico, come la depressione. In più, la conformazione anatomica del micropene può generare difficoltà nell’erezione e nella produzione degli spermatozoi, causando infertilità.
Nonostante la micropenia comporti un’alterazione della dimensione dell’organo, le altre parti dell’apparato genitale, come l’uretra e lo scroto, non presentano anomalie.
Cause della micropenia
La causa principale della micropenia è la carenza di testosterone, l’ormone che regola la crescita dei caratteri secondari, come i peli e lo sviluppo degli organi genitali.
A volte, invece, i tessuti dell’organismo non sono in grado di assorbire gli androgeni, prodotti dalle ghiandole surrenali e da quelle sessuali e fondamentali per il corretto funzionamento dell’apparato genitale.
Non sempre è possibile conoscere i fattori che hanno causato l’anomalia: in questo caso si parla di micropene idiopatico.
In più, persino l’inquinamento ambientale può influire sul corretto sviluppo dell’organo. Capita infatti che la presenza di sostanze nocive alteri la composizione del gene AHRR, come si riscontra nei casi di intossicazioni da diossina.
Anche l’utilizzo di pesticidi è una possibile causa del pene corto, perché questi, se inalati con frequenza dalle donne incinte, possono portare a malformazioni genitali nel feto.
In passato la somministrazione del dietilstilbestrolo, un farmaco che preveniva l’aborto, ha causato nei nascituri l’insorgenza di micropenia, di ipotrofia testicolare e di alterazioni nella produzione di sperma.
Esistono rimedi per il pene corto?
Dopo aver effettuato una diagnosi medica accurata che abbia escluso la presenza di patologie associate, si potrà procedere con la terapia ormonale.
Questo trattamento si può effettuare già dai primi mesi di vita, fino ad arrivare agli undici anni, curando il paziente attraverso farmaci intramuscolari o topici. È importante interrompere la terapia al raggiungimento dell’età della fanciullezza. Questo perché, effettuando il trattamento in modo prolungato, si potrebbe incorrere nella virilizzazione, originata da una produzione eccessiva di androgeni.
Il ginecologo statunitense Kegel ha consigliato la pratica di esercizi per allenare il pavimento pelvico con lo scopo di allungare il pene. È necessario svuotare la vescica e contrarre i muscoli della zona pubica per circa 5 secondi. Dopo averli rilasciati, bisogna contare per 10 secondi e ripetere l’esercizio per 10 volte, in 3 sessioni al giorno.
Infine, vi è la possibilità di ricorrere a un intervento chirurgico volto a risolvere la micropenia.
Prima di qualsiasi soluzione per contrastare la micropenia, è opportuno verificare assieme al medico curante se queste pratiche siano consone allo proprio stato di salute e se siano presenti delle allergie ai farmaci intramuscolari o topici che si sceglie di utilizzare per la cura.
Chirurgia del micropene
Oltre alla cura ormonale e agli esercizi pelvici per contrastare la micropenia, vi è la possibilità di ricorrere alla falloplastica da allungamento, un intervento della durata di 30 minuti.
Questa operazione comporta l’asportazione di una parte del tessuto cutaneo dall’avambraccio del paziente, con cui il chirurgo è in grado di ricreare un involucro attorno al micropene.
In aggiunta all’inspessimento del pene, durante la falloplastica da allungamento si interviene su tutti gli aspetti sensoriali e meccanici dell’organo genitale. Infatti, la chirurgia permette di creare un sistema vascolare utile per facilitare l’erezione del fallo. Grazie alla costituzione dell’innervazione permette di provare una maggiore sensibilità nei rapporti sessuali.
Durante l’intervento viene impiantata una protesi che ricrea un’uretra sintetica, in grado di migliorare i problemi associati alla minzione del degente una volta sciolta la prognosi, solitamente di una settimana.
Infine, attraverso la glanduloplastica, è possibile realizzare un intervento che rende il glande, la struttura più sensibile del pene, migliore dal punto di vista estetico.