Anna, 32 anni e una carriera di successo: “Mi sento morire, non la vedo una vita senza di lui… potrei morire domani… sono disposta a cambiare… Farei qualunque cosa per tornare insieme…”
Giuseppe, 21 anni e tanti affetti pronti a sostenerlo: “so che non avrei dovuto farlo… dicono che non si tenta il suicidio per una ragazza… ma, per me vivere non ha più senso… io la amo… ho rovinato tutto e non so come fare…”
Luisa, 47 anni, casalinga e madre di tre figli: “ricordo la mia vita solo come moglie… non lo amo, mi disgusta avvicinarmi, ma, cosa farei se non fossi più una donna sposata? E poi, cosa dovrei dire ai miei figli?”
L’amore rappresenta la massima espressione dei sensi e il più straziante tormento. Quando amiamo e la passione arde, pochi sono gli scrupoli che donne e uomini ci facciamo; di fatti, tutti conosciamo il proverbio “in amore e in guerra tutto è lecito”; così, altrettanto grande può essere la crudeltà che possiamo esercitare quando non amiamo più o quando non abbiamo mai amato.
“Soltanto ora, per la prima volta, Levin capì con chiarezza quello che non aveva capito quando, dopo il matrimonio, aveva condotto Kitty fuori dalla chiesa. Capì che, non solo ella gli era vicina, ma che ora non sapeva più dove finiva lei e dove cominciava lui. Capì ora questo, attraverso il tormentoso senso di sdoppiamento che provava”. Lev Tolstoj, Anna Karenina.
Cosa tratteremo
Quando una relazione è disfunzionale?
Davanti al tormento di una storia d’amore disfunzionale, spesso, i pazienti mi domandano come si possibile amare una persona che maltratta, che umilia e mortifica, che tradisce e talvolta che aggredisce verbalmente e/o fisicamente. È difficile comprendere quanto possiamo divenire incapaci di reagire in maniera funzionale quando alcune dinamiche psicologiche si sono fissate in noi. I primi studi sulla terapia di coppia e della famiglia hanno attenzionato due opposte dinamiche delle relazioni d’amore:
- Da una parte troviamo l’autonomia e indipendenza della persona
- E dall’altra una codipendenza tra i due
Si tratta di due differenti tipologie di relazioni: la relazione simmetrica, in cui i partner riescono a condividere e allo stesso tempo evitare le intrusioni nelle dimensioni personali; e la relazione complementare, in cui l’individualità si perde in un costante intreccio.
Come dovrebbe essere una relazione sana?
Un legame funzionale, come espresso sopra, è necessario che sia di tipo simmetrico: ciascun partner deve mantenere la propria autonomia e allo stesso tempo condividere con l’altra/o. Non di rado, le coppie mi raccontano che dopo il matrimonio e soprattutto dopo la nascita dei figli, la relazione si è molto modificata. L’uno spesso si rende indispensabile per l’altro e l’altro, dunque, diviene incapace senza il primo. Questo genere di relazioni, all’inizio possono dare l’illusione di complicità e alleanza ma, sono destinate a generare sofferenza poiché pian piano i singoli individui si uniscono in un indissolubile incastro. La relazione di coppia equilibrata prevede i momenti di piena condivisione e quelli in cui ognuno agisce in piena indipendenza.
Potremmo parlare di quattro fattori essenziali che hanno in comune le coppie che durano felicemente nel tempo:
- Rispetto dell’individualità
- Complicità tra i partner
- Corteggiamento reciproco
- Unicità del rapporto
- Il rispetto dell’individualità prevede che venga rispettata l’autonomia e l’individualità del singolo. Da una parte avremo, come ampiamente descritto, l’intimità e la condivisione della vita quotidiana e dall’altra, il distacco.
- Il secondo fattore che caratterizza una relazione felice è rappresentato da una complicità tra i partner, ovvero dalla sintonia e alleanza quando condividiamo le decisioni. Tutti almeno una volta, abbiamo vissuto l’esperienza di sguardi che incontrandosi hanno rimandato condivisione e approvazione reciproca. In tal senso, la diversità tra i due partner consente un’armonia relazionale che mantiene e alimenta la sintonia.
- Il terzo fattore rappresentato dal corteggiamento reciproco, implica che ciascun membro della coppia faccia sentire l’altra/o desiderata/o sul piano erotico e apprezzata/o sul piano emotivo con gesti di affetto e stima.
- L’unicità del rapporto è il quarto fattore essenziale per il benessere di coppia. Con l’espressione unicità, non si intende la “fedeltà” che implica vincoli etici e morali; ma, che la solidità e intensità del legame non è comparabile a nessun’altra relazione.
Parafrasando Emily Dickinson “Che l’amore sia tutto, è tutto ciò che sappiamo dell’amore”.