Spesso, si tende a fare confusione tra labirintite e vertigini. In realtà, quando parliamo di labirintite ci riferiamo all’infiammazione improvvisa dell’orecchio interno. Le vertigini sono tra i sintomi, o meglio il sintomo per eccellenza della labirintite. Soffre di vertigini circa il 5% degli italiani, ma il disturbo colpisce soprattutto gli anziani (over 70). Episodi frequenti di vertigini, specie se colpiscono soggetti anziani, non andrebbero trascurati perché potrebbero essere associati a patologie più gravi.

In circostanze del genere, ma anche in altri casi particolari, come ben spiegato da questo articolo di approfondimento pubblicato sul blog di Eccellenza Medica https://www.eccellenzamedica.it/specialita-mediche/otorinolaringoiatria/otorinolaringoiatra, è importante rivolgersi all’otorinolaringoiatra, vale a dire lo specialista che si occupa delle patologie ORL cioè delle malattie a carico di orecchie, naso, gol e, in generale, dell’intero distretto testa-collo.

Cos’è la labirintite?

Per labirintite s’intende un’infezione di tipo virale o batterica a carico del labirinto, il recettore che si trova nell’orecchio interno, al fianco della chiocciola, e la cui funzione è quella di captare i movimenti del nostro corpo in relazione all’ambiente esterno.

Il labirinto è formato dall’utricolo e dal sacculo nonché da tre canali semicircolari (orizzontale, verticale e superiore) dotati di liquidi. Ogni volta che effettuiamo un movimento, anche questi liquidi si spostano, trasmettendo un apposito segnale al cervello attraverso il nervo. In questo modo, il cervello è in grado di comprendere la posizione corretta che deve assumere il nostro corpo.

Cosa sono le vertigini?

La vertigine non è altro che una sensazione di capogiro o di movimento del proprio corpo o degli oggetti che ci circondano. Innanzitutto, è importante sapere che esistono diverse tipologie di vertigini. Quelle periferiche sono causate proprio dal cattivo funzionamento del labirinto. Le vertigini centrali sono, invece, di origine neurologica e si verificano quando non c’è una corretta connessione tra i nervi ed il cervello.

Le vertigini periferiche vengono definite oggettive, in quanto chi ne soffre ha la sensazione che l’ambiente intorno a sé si muova. Possono essere accompagnate da sintomi come nausea, vomito, acufeni o disturbi dell’udito. È il movimento del capo a scatenare questa tipologia di vertigine.

Nelle vertigini centrali, l’ambiente che ci circonda ci appare immobile ma siamo noi, o meglio il nostro corpo, a percepire un disequilibrio. Questa tipologia di vertigine non è associata a disturbi uditivi, è meno fastidiosa dal punto di vista sintomatologico ma, rispetto alla vertigine periferica, può avere una maggiore durata e non è condizionata dai movimenti del capo.

In base a quanto appena affermato, è facile dedurre che per la cura della labirintite bisogna necessariamente rivolgersi ad un otorinolaringoiatra. Ciò in quanto l’origine del problema è nell’orecchio. In caso di vertigini centrali, invece, potrebbe essere opportuno rivolgersi ad un neurologo.

Come si effettua una diagnosi di labirintite?

Per ottenere una diagnosi di labirintite bisogna, innanzitutto, effettuare una visita otorinolaringoiatrica. Nel corso del consulto, lo specialista punterà innanzitutto ad acquisire informazioni sulla storia clinica del paziente e, in particolare, sulla frequenza degli episodi di vertigini, sulla loro durata e sull’eventuale presenza di disturbi uditivi.

Si passa, poi, ad una fase operativa che potrebbe svolgersi con l’ausilio di diversi test vestibolari. Uno di questi consiste nell’utilizzo di occhiali ingrandenti o occhiali nistagmo che permettono di osservare i movimenti spontanei degli occhi e comprendere se il paziente soffre di una malattia vestibolare.

È possibile ricorrere anche a delle semplici manovre. Al paziente potrebbe essere chiesto di posizionarsi in piedi, prima ad occhi aperti e poi ad occhi chiusi. Il soggetto che soffre di labirintite potrebbe cadere o, comunque, spostarsi involontariamente verso il lato malato.

Interessante anche la prova della marcia. Al paziente dovrà camminare avanti e indietro oppure marciare sul posto, sempre prima ad occhi aperti e successivamente ad occhi chiusi. Il paziente con labirintite tenderà ad effettuare un movimento rotatorio.

L’otorino potrebbe proseguire con il test indice-naso. Il paziente, in piedi e con le braccia tese, dovrà toccare con l’indice la punta del naso, chiaramente ad occhi chiusi. Nel caso in cui il paziente non dovesse riuscire a centrare col dito il proprio naso, questo potrebbe essere il segnale di una patologia vestibolare.

Per una diagnosi ancora più accurata e completa è possibile utilizzare l’esame audiometrico e, in alcune circostanze, la TAC o la risonanza magnetica.

Come si cura la labirintite?

Nella maggior parte dei casi vengono prescritti degli antibiotici e antidolorifici, unitamente a trattamenti e terapie che permettono di ridurre il principale sintomo della labirintite, vale a dire le vertigini.