La proteina C reattiva, identificata con l’acronimo PCR, è un indice di flogosi. Quando i suoi valori nel sangue si innalzano vuol dire che è presente un’infiammazione. La produce principalmente il fegato, a seguito di un trauma o in caso di un processo infiammatorio in corso. Si tratta di un elemento diagnostico molto importante per valutare lo stato di salute generale anche se non è specifico.
Cosa tratteremo
Proteina C reattiva valori normali
La proteina C reattiva è un indicatore di flogosi. L’esame si effettua quando si sospetta che il paziente abbia un’infiammazione in corso o per confermare un sospetto diagnostico di patologia fungina, batterica o autoimmune. Non è invece significativo nei casi in cui il paziente mostri malessere generale non attribuibile a una specifica patologia.
In un soggetto sano, i valori di proteina C reattiva sono inferiori a 6 mg per litro di sangue. Lievi innalzamenti, fino a 10 mg per litro di sangue, sono considerati poco preoccupanti, idiopatici o fisiologici. Aumenti importanti, quindi con valori superiori a 10 mg/l o a 1 mg/100 ml, necessitano invece di approfondimenti per capire quale sia l’origine dell’infiammazione acuta in atto.
In generale i valori di proteina C reattiva si classificano così:
- da 0 a 0,50 mg/100 ml = nessun processo flogistico in corso;
- da 0,50 a 1,00 mg/100 ml = possibile processo infiammatorio lieve in atto, non preoccupante;
- da 1,00 a 10,00 mg/100 ml = infiammazione acuta di media entità, da indagare ulteriormente;
- oltre 10,00 mg/100 ml = evento infiammatorio acuto ed esteso in atto da approfondire tempestivamente.
Proteina C reattiva (PCR) valori alti: le cause
Valori elevati di PCR possono avere svariate cause. Alcune banali e facilmente trattabili, altre più complicate e che richiedono un intervento medico immediato. La gravità del problema è direttamente proporzionale all’aumento dei valori di proteina C reattiva nel sangue.
Cause non gravi di aumento della PCR:
- infezioni batteriche di vario genere quali sinusite, otite, tonsillite, bronchite, polmonite, cistite;
- micosi o malattie fungine come, ad esempio, la candida o il mughetto;
- patologie virali quali raffreddore, influenza, gastroenterite, enterite.
In tutti questi casi, il quadro clinico del paziente evidenzierà, oltre a un moderato aumento della PCR, fisiologica risposta dell’organismo a un’infezione, anche i sintomi specifici della patologia batterica, fungina o virale.
Cause gravi di aumento della PCR:
- infarto o patologia acuta cardiaco/coronarica in atto;
- tumori;
- reazioni autoimmuni come lupus, tiroidite, shock anafilattico o grave evento allergico;
- pancreatite;
- appendicite o peritonite;
- sepsi o setticemia;
- ustioni.
Laddove il medico sospetti una di queste eventualità potrà eseguire un dosaggio della PCR per escludere o confermare la diagnosi. Tuttavia, quando vige un sospetto diagnostico importante, al semplice esame del sangue vanno sempre abbinati altri test più specifici.
La PCR, inoltre, può aumentare anche in seguito a un trauma o un intervento chirurgico. In questo caso si parla di un aumento fisiologico che rientrerà spontaneamente nell’arco del tempo di convalescenza.
Proteina C reattiva (PCR) alta: i sintomi
La PCR aumenta quando è in corso un processo infiammatorio. I sintomi, pertanto, saranno quelli tipici della patologia che ne ha scatenato l’aumento. Generalmente si prescrive il controllo dei valori di PCR nei seguenti casi:
- malessere generale accompagnato eventualmente da febbre, brividi, dolori muscolari;
- tosse, mal di gola, mal di orecchio, presenza di catarro purulento;
- disturbi gastrointestinali accompagnati da vomito e/o diarrea;
- difficoltà urinarie o presenza di sangue nelle urine;
- sospetto di malattia oncologica;
- sintomi ascrivibili a reazione autoimmune come rash cutanei, improvvise difficoltà respiratorie, lacrimazione eccessiva, raffreddore che non guarisce dopo settimane;
- sospetto di alto rischio cardiaco o coronarico o sospetto che ci sia in atto un infarto o una trombosi.
Il trattamento della proteina C alta va sempre scelto e modulato in base alla patologia di base che ne ha scatenato l’aumento.