La scintigrafia ossea è una vera e propria tecnica diagnostica usata nella medicina nucleare per valutare nel modo più corretto possibile l’anatomia dello scheletro, nello specifico la comparsa di eventuali alterazioni metaboliche e vascolari delle ossa.
L’esame non è invasivo e non comporta alcun tipo di effetto collaterale, ma per eseguirlo è necessario prestare attenzione a degli specifici accorgimenti.
Cosa tratteremo
Cos’è la scintigrafia ossea
Tra i vari esami di medicina nucleare vi è anche la scintigrafia ossea, come detto poc’anzi, si tratta di una particolare tecnica nella quale viene praticata l’iniezione endovenosa di un apposito radiofarmaco in grado di trasportare gli isotopi radioattivi ed individuare per tempo l’eventuale presenzia di lesioni ossee.
La scintigrafia permette di poter visionare più da vicino la comparsa di una malattia dell’osso, sia essa di natura maligna che benigna. Attraverso questo esame è anche possibile comprende appieno la metastasi nello scheletro in quanto grazie a tale verifica viene esplorato l’intero corpo umano. Le immagini che vengono proiettate mostrano una chiara mappatura dei segmenti ossei.
Chi può effettuare la scintigrafia ossea
La scintigrafia ossea è una pratica molto sicura e per questo motivo può essere effettuata in tutta tranquillità anche dai bambini più piccoli. Il radiofarmaco che viene iniettato non porta ad una irradiazione troppo elevata e non ci sono effetti collaterali.
Tale esame, però, non può essere effettuato dalle donne in stato interessante perché le radiazioni, anche se contenute, possono portare alla comparsa di problemi al piccolo in grembo. Per poter sopperire a questo problema, la scintigrafia viene effettuata nelle donne in età fertile dopo l’inizio dell’ultima mestruazione ed entro dieci giorni oppure soltanto quando il test di gravidanza da risultato negativo. Il controllo, inoltre, non può essere effettuato neanche dalle mamme che allattano al seno in quanto le sostanze radioattive vengono eliminate dall’organismo con il latte materno.
Alcuni accorgimenti da prendere prima e dopo la scintigrafia ossea
Prima di eseguire una scintigrafia ossea non occorre seguire particolari preparazioni o accorgimenti, è sufficiente avere una buona idratazione e bere molta acqua così da facilitare l’eliminazione del radiofarmaco nel corpo; non è inoltre necessario il digiuno. Vanno però rimossi tutti gli oggetti metallici presenti addosso come spille, piercing, orecchini e collane in quanto possono rischiare di modificare la rilevazione delle radiazioni.
Durante la scintigrafia ossea non si proverà alcun tipo di fastidio, è possibile semmai avvertire la puntura dell’ago necessaria per la somministrazione del farmaco attraverso la vena. La sostanza che viene iniettata comunque è marcata con un radioisotopo a bassa energia, e per questo l’iniezione è ben tollerata e molto sicura. Non si sono mai verificati casi di gravi reazioni o preoccupanti allergie.
L’unico organo che più si trova a stretto contatto con le radiazioni è la vescica, ma per evitare ogni possibile problema basta soltanto bere almeno due litri d’acqua prima dell’inizio dell’esame e una volta concluso.
La scintigrafia ossea segue un procedimento non invasivo e piuttosto breve, dura infatti di solito soltanto venti minuti. Il paziente deve però restare immobile ed in posizione supina durante tutte le fasi altrimenti il dispositivo rivelatore non riuscirà ad acquisire nel modo corretto le radiazioni emesse.
Il radiofarmaco verrà iniettato invece almeno tre ore prima dell’esame finale per permettere così allo scheletro di far accumulare il tracciante e di posizionarsi nelle lesioni se presenti. L’intero controllo dura così quasi quattro ore, anche se il tempo necessario può variare a seconda delle condizioni del paziente.
Dopo l’esame non sarà necessario restare sotto osservazione ma bisogna fare attenzione ad alcuni piccoli accorgimenti come bere molta acqua, urinare spesso e dopo aver usato il water lavarsi bene le mani.
Per le successive quarantotto ore è necessario infine non avere nessun tipo di contatto con i bambini piccoli e le donne in stato interessante; per evitare il rischio di contaminare con le proprie radiazioni basterà restare ad uno o due metri di distanza.